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“CHIUDERE LA DISCARICA BASSE STURA AL 31/12/2009 VUOL DIRE CHE NON DEVONO ESSERE PIU’ CONFERITI RIFIUTI”
“DAI PRIMI DI GENNAIO 2010 DEVE PARTIRE IL RIPRISTINO AMBIENTALE”
“Legambiente si fa portavoce delle proteste di molti cittadini di fronte all’ipotesi di cessare i conferimenti di rifiuti urbani ma di proseguire con lo smaltimento di altri rifiuti”. È netta la posizione dell’associazione ambientalista a proposito del futuro della discarica di Basse Stura, in una nota firmata da Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, Vanda Bonardo, presidente di Legambiente Piemonte e Val d’Aosta, e Carla Pairolero, presidente del Circolo metropolitano di Torino.
“Esiste un problema di equità sociale tra cittadini, di cui gli amministratori dovrebbero farsi carico in una gestione corretta dei rifiuti – continua la nota di Legambiente -. Invece nessun investimento è stato fatto per mitigare il forte impatto della discarica, definita bomba ecologica dagli stessi amministratori, e nessuna compensazione ambientale si è avuta sul territorio, contrariamente a quanto era stato previsto. Gli abitanti della parte Nord di Torino hanno subito la vicinanza di tonnellate di rifiuti prodotte da tutta Torino e da decine di comuni della provincia, ma anche di fuori provincia e di fuori regione, permettendo così a tutti i torinesi di godere a lungo di una tassa rifiuti più bassa. L’ultimo aumento di volumetria di 500.000 mc era già stato contestato in quanto in eccesso rispetto alle reali esigenze, ma a questo punto il mancato riempimento del volume residuo di 248.000 mc non è di tal rilievo economico rispetto ai bilanci di Amiat e Comune da giustificare rinvii sulla chiusura e l’aumento della Tarsu ai torinesi non sarà certamente dovuto soltanto a questo. Sicuramente è ininfluente su un’eventuale emergenza, visto che comunque avverrebbe attraverso altri tipi di rifiuti”.
“L’impatto ambientale della discarica – ricordano i tre dirigenti dell’associazione ambientalista – è stato per anni aggravato dalla presenza di inceneritori per rifiuti industriali e il disagio creato dagli odori molesti è stato aumentato dall’esistenza a poca distanza di un impianto di compostaggio che tuttora continua a funzionare male. E’ una necessità improrogabile porre fine a questa situazione avviando una fase di recupero che, comunque, sarà graduale; infatti la chiusura della discarica non pone fine alla produzione di biogas e di percolato che continuerà a costituire una potenziale sorgente di rischio per la salute pubblica per varie decine di anni. Le promesse verbali e scritte sulla chiusura di Basse Stura sono state finora sempre puntualmente smentite dai fatti: solo negli ultimi anni si sono susseguite ben cinque proroghe. Ora si chiede di mantenere aperta la discarica per vari tipi di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi, rifiuti industriali, terre da scavo ed altro) per tempi non determinati, quando invece si deve procedere al ripristino ambientale, come previsto, subito dopo la fine del 2009”.
“Si invitano tutti gli enti competenti – conclude Legambiente – a mantenere gli impegni nella forma più rigorosa e a provvedere all’inizio delle operazioni di messa in sicurezza e di ripristino ambientale. Tale atto costituirebbe certamente un valido inizio per la riqualificazione dell’intero territorio di Torino Nord, attesa da anni”.
La situazione attuale in numeri:
25 milioni di metri cubi
642.000 metri quadrati
100 metri di altezza sul livello della tangenziale
gestione ininterrotta da 62 anni
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